Äîêóìåíò âçÿò èç êýøà ïîèñêîâîé ìàøèíû. Àäðåñ
îðèãèíàëüíîãî äîêóìåíòà
: http://www.arcetri.astro.it/irlab/doc/library/linux/AppLinux/al27.htm
Äàòà èçìåíåíèÿ: Tue Sep 21 18:08:33 1999 Äàòà èíäåêñèðîâàíèÿ: Sat Dec 22 13:21:08 2007 Êîäèðîâêà: Ïîèñêîâûå ñëîâà: http astrokuban.info astrokuban |
Il kernel Õ il nocciolo del sistema operativo. I programmi utilizzano le funzioni fornite dal kernel, e in questa maniera sono sollevati dall'agire direttamente con la CPU.
Il kernel Linux Õ costituito normalmente da un unico file il cui nome puÐ essere vmlinuz
, oppure zImage
, bzImage
e altri ancora, ma puÐ comprendere anche moduli aggiuntivi per la gestione di componenti hardware specifici che devono poter essere attivati e disattivati durante il funzionamento del sistema.
Quando si fa riferimento a un kernel in cui tutte le funzionalitÞ che servono sono incluse nel file principale, si parla di kernel monolitico, mentre quando parte di queste sono poste all'interno di moduli esterni, si parla di kernel modulare. Il kernel monolitico ha il vantaggio di avere tutto in un file, ma nello stesso modo Õ rigido e non permette di liberare risorse quando le unitÞ periferiche gestite non servono. Il kernel modulare ha il vantaggio di poter disattivare e riattivare i moduli a seconda delle esigenze, in particolare quando moduli distinti gestiscono in modo diverso lo stesso tipo di unitÞ periferica. Tuttavia, a causa della frammentazione in molti file, l'uso dei moduli puÐ essere fonte di errori.
In generale, l'uso dei kernel modulari dovrebbe essere riservato agli utilizzatori che hanno giÞ un'esperienza sufficiente nella gestione dei kernel monolitici. In ogni caso, ci possono essere situazioni in cui l'uso di un kernel modulare Õ praticamente indispensabile, per esempio quando un certo tipo di dispositivo fisico puÐ essere gestito in vari modi differenti e conflittuali, ma si tratta di situazioni rare.
Le distribuzioni GNU/Linux tendono a fornire agli utilizzatori un kernel modulare per usi generali. Anche se questo si adatterÞ sicuramente alla maggior parte delle configurazioni, ci sono situazioni particolari dove Õ preferibile costruire un proprio kernel, monolitico o modulare che sia.
Per poter comprendere il procedimento di compilazione descritto in questo capitolo, occorre sapere come si compila e si installa un tipico programma distribuito in forma sorgente, come descritto nel capitolo 10.
Il procedimento descritto in questa sezione serve per generare un kernel monolitico, cioÕ un kernel in un unico file.
Per poter procedere alla compilazione del kernel Õ necessario avere installato gli strumenti di sviluppo software, cioÕ il compilatore, e i sorgenti del kernel. In particolare, i sorgenti del kernel possono anche essere reperiti attraverso vari FTP. In tal caso si puÐ fare una ricerca per i file che iniziano per linux-
x.y.z.tar.gz
, dove x.y.z sono i numeri della versione.
Il numero di versione del kernel Linux Õ strutturato in tre livelli: x.y.z, dove il primo, x, rappresenta il valore piÛ importante, mentre l'ultimo, z, rappresenta quello meno importante. Quello che conta, Õ porre attenzione al valore intermedio: y. Se si tratta di un numero pari, la versione si riferisce a un kernel ritenuto sufficientemente stabile, mentre un numero dispari rappresenta una versione destinata agli sviluppatori e non ritenuta sufficientemente sicura per l'utilizzo normale.
Se i sorgenti sono stati installati attraverso un disco (un CD-ROM) di una distribuzione, questi si troveranno al loro posto, altrimenti occorre provvedere a installarli manualmente. La posizione in cui devono trovarsi i sorgenti del kernel Õ la directory /usr/src/linux/
. Se si utilizza un altra posizione Õ necessario utilizzare un collegamento simbolico che permetta di raggiungere i sorgenti nel modo prestabilito.
Occorre inoltre verificare che tre collegamenti simbolici contenuti nella directory /usr/include/
siano corretti.
asm
--> /usr/src/linux/include/asm-i386/
linux
--> /usr/src/linux/include/linux/
scsi
--> /usr/src/linux/include/scsi
õ evidente che il primo, asm
, dipende dal tipo di piattaforma hardware utilizzato.
Una volta installati i sorgenti del kernel, si puÐ passare alla configurazione che precede la compilazione. Per questo, ci si posiziona nella directory dei sorgenti, e dopo aver letto il file README
, si puÐ procedere come mostrato nel seguito.
#
cd /usr/src/linux
La directory corrente deve essere quella a partire dalla quale si diramano i sorgenti del kernel.
#
make mrproper
Serve a eliminare file e collegamenti vecchi che potrebbero interferire con una nuova compilazione.
#
make config
õ l'operazione piÛ delicata attraverso la quale si definiscono le caratteristiche e i componenti del kernel che si vuole ottenere. Ogni volta che si esegue questa operazione viene riutilizzato il file .config
contenente la configurazione impostata precedentemente, e alla fine la nuova configurazione viene salvata nello stesso file. Di conseguenza, ripetendo il procedimento make config
, le scelte predefinite corrisponderanno a quelle effettuate precedentemente.
Il comando |
Se si dispone di un kernel recente, in alternativa a make config
che Õ un metodo piuttosto spartano di configurare il sistema, si possono utilizzare:
#
make menuconfig
un sistema di configurazione a menu basato su testo;
#
make xconfig
un sistema di configurazione a menu grafico per X.
+------------------------------- Main Menu -------------------------------+ | Arrow keys navigate the menu. <Enter> selects submenus --->. | | Highlighted letters are hotkeys. Pressing <Y> includes, <N> excludes, | | <M> modularizes features. Press <Esc><Esc> to exit, <?> for Help. | | Legend: [*] built-in [ ] excluded <M> module < > module capable | | +---------------------------------------------------------------------+ | | | Code maturity level options ---> | | | | Processor type and features ---> | | | | Loadable module support ---> | | | | General setup ---> | | | | Plug and Play support ---> | | | | Block devices ---> | | | | Networking options ---> | | | | SCSI support ---> | | | | Network device support ---> | | | | Amateur Radio support ---> | | | | ISDN subsystem ---> | | | +------v(+)-----------------------------------------------------------+ | +-------------------------------------------------------------------------+ | <Select> < Exit > < Help > | +-------------------------------------------------------------------------+ |
make menuconfig
.
Figura 19.2:
Uno dei menu della configurazione del kernel attraverso il comando make xconfig
.
Dopo la definizione della configurazione, si puÐ passare alla compilazione del kernel relativo, utilizzando la sequenza di comandi seguente:
#
make dep ; make clean ; make zImage
Si tratta di tre operazioni che si possono avviare tranquillamente in questo modo perchÈ non richiedono nessun tipo di interazione con l'utente. Al termine della compilazione, se questa ha avuto successo, il nuovo kernel si trova nella directory /usr/src/linux/arch/i386/boot/
con il nome zImage
(questo vale naturalmente nel caso si utilizzi l'architettura i386).
Se il kernel che si genera Õ troppo grande, potrebbe non funzionare l'istruzione |
Naturalmente, per fare in modo che il kernel possa essere utilizzato, questo andrÞ collocato dove Õ necessario che si trovi perchÈ il sistema che si occupa del suo avvio possa trovarlo. Se si usa LILO occorrerÞ copiarlo nella directory radice o in /boot/
e rinominarlo vmlinuz
(come di consueto), oltre che ripetere l'installazione del sistema di caricamento LILO.
Una volta realizzato un kernel Õ necessario fare una prova per vedere se funziona. Il modo migliore (nel senso che Õ meno pericoloso) per verificarne il funzionamento Õ quello di farne una copia in un dischetto di avvio (ovvero un dischetto di boot). *1*
#
cp /usr/src/linux/arch/i386/boot/zImage /dev/fd0
Per utilizzare correttamente questo dischetto di avvio Õ molto probabile che si debba intervenire prima con il programma rdev
(
9.1.1).
Il procedimento per la creazione di un kernel modulare inizia nello stesso modo di quello monolitico e giunge alla creazione di un file che in piÛ ha dei riferimenti a moduli esterni che vengono compilati a parte. Questi moduli, per poter essere gestiti correttamente, necessitano di programmi di utilitÞ che si occupano della loro attivazione e disattivazione.
In questo caso, oltre ai sorgenti del kernel sono necessari i programmi per la gestione dei moduli. Questi si trovano normalmente in archivi il cui nome Õ organizzato in modo simile a quello dei sorgenti del kernel: modules-
x.y.z.tar.gz
. La struttura della versione rappresentata dai numeri x.y.z rispecchia lo stesso meccanismo utilizzato per i sorgenti del kernel, perÐ non ne vengono prodotte altrettante versioni: si dovrÞ badare a utilizzare la versione piÛ vicina a quella del kernel che si utilizza. Questo archivio si trova normalmente nella stessa directory del sito FTP dal quale si ottengono i sorgenti del kernel.
Anche i programmi contenuti nell'archivio modules-
x.y.z.tar.gz
sono in forma sorgente e per poter essere utilizzati devono essere compilati e installati.
Se si sta ricompilando il kernel attraverso i sorgenti della distribuzione GNU/Linux che si utilizza, Õ ragionevole supporre che questi programmi di gestione dei moduli siano giÞ stati installati correttamente. |
Per ottenere un kernel modulare, dopo la preparazione del file principale del kernel attraverso lo stesso procedimento visto nel caso di un kernel monolitico, si devono compilare i moduli.
#
make modules ; make modules_install
Quello che si ottiene sono una serie di file oggetto, il cui nome ha un'estensione .o
, raggruppati ordinatamente all'interno di directory discendenti da /lib/modules/
x.y.z/
, dove x.y.z rappresenta il numero della versione dei sorgenti del kernel. La posizione di questi file non deve essere cambiata.
Gli elementi richiesti per la configurazione del kernel prima della sua compilazione, dipendono molto dalla versione che si possiede. In particolare, puÐ capitare che alcune voci vengano spostate da una versione all'altra del kernel.
Nelle sezioni seguenti Õ riportata la descrizione delle opzioni piÛ importanti dei kernel piÛ recenti. Chi non dovesse trovare nel proprio kernel delle opzioni indicate qui, non dovrebbe preoccuparsene.
Code maturity level options Processor type and features Loadable module support General setup Plug and Play support Block devices Networking options SCSI support Network device support Amateur Radio support IrDA subsystem support ISDN subsystem Old CD-ROM drivers (not for SCSI or IDE/ATAPI drives) Character devices Filesystems Console devices Sound Kernel hacking |
Durante la descrizione che viene fatta nelle sezioni seguenti, viene indicata una possibile configurazione di un kernel adatto alle situazioni piÛ comuni. In particolare, si immagina di disporre di:
un elaboratore i386 o superiore con un BUS PCI;
un disco fisso IDE standard;
un CD-ROM ATAPI, cioÕ connesso alla stessa unitÞ di controllo IDE del disco fisso;
un'unitÞ a dischetti normale;
una tastiera e uno schermo normale (VGA);
un mouse seriale;
una stampante connessa alla porta parallela;
un modem connesso alla seconda porta seriale per utilizzare una connessione PPP allo scopo di accedere a Internet;
una scheda di rete Ethernet compatibile con il modello NE2000.
A fianco di alcune opzioni di configurazione appare una lettera tra parentesi quadre: si tratta della proposta di configurazione. In particolare:
[Y] rappresenta una scelta consigliata in funzione della situazione tipo proposta;
[y] rappresenta una scelta suggerita, sia in funzione della situazione tipo proposta, che in generale;
[N] rappresenta una scelta sconsigliata in generale.
Questa sezione della procedura di configurazione si riferisce al livello di dettaglio a cui si Õ interessati, per quanto riguarda le opzioni di configurazione che possono essere richieste.
Prompt for development and/or incomplete code/drivers [y]
Se non si intende verificare il funzionamento dei componenti del kernel che non sono considerati sufficientemente affidabili, conviene rispondere negativamente a questa domanda. Si otterrÞ anche il vantaggio di dover configurare meno opzioni. Tuttavia, in certi casi Õ meglio essere al corrente di tutte le funzionalitÞ disponibili, anche se per il momento non sono ancora sicure.
Questa sezione serve a definire il tipo di microprocessore utilizzato. Nelle versioni del kernel meno recenti, queste indicazioni appartenevano alla sezione della configurazione generale.
õ possibile ottimizzare il funzionamento del kernel fornendo l'indicazione del tipo di microprocessore installato. Se si intende ottenere un kernel compatibile con la maggior parte dei microprocessori, conviene specificare 386
; in tutti gli altri casi Õ meglio specificare il tipo esatto.
(X) 386 ( ) 486/Cx486 ( ) 586/K5/5x86/6x86 ( ) Pentium/K6/TSC ( ) PPro/6x86MX |
Permette di includere la parte di codice necessaria a emulare il coprocessore matematico (i387 e successivi). Questa opzione deve quindi essere attivata se si dispone di un elaboratore senza coprocessore (386 o vecchi cloni del 486 senza coprocessore). Negli altri casi non serve, ma non Õ nemmeno dannosa: se il kernel trova il coprocessore, non attiva l'emulazione. In generale, conviene attivare l'emulazione.
Symmetric multi-processing support
In presenza di una scheda madre con piÛ microprocessori paralleli, permette di attivarne l'utilizzo. In generale, in presenza di schede madri normali, Õ bene fare attenzione a disabilitare questa opzione.
Questa sezione della procedura di configurazione permette di attivare il sistema di gestione dei moduli. I moduli sono blocchetti di kernel precompilati che possono essere attivati e disattivati durante il funzionamento del sistema. Solo alcune parti del kernel possono essere gestite in forma di modulo.
Conviene riservare l'utilizzo dei moduli alle situazioni in cui ciÐ Õ indispensabile o almeno di sicura utilitÞ. |
Enable loadable module support [y]
Consente di attivare la gestione dei moduli.
Set version information on all symbols for modules [y]
Permette di gestire moduli di versioni diverse da quelle del kernel che si sta compilando. Potrebbe essere utile per utilizzare moduli realizzati per scopi specifici e che non fanno parte della distribuzione ufficiale dei sorgenti del kernel. Sotto questo aspetto, se si intende utilizzare i moduli, Õ conveniente selezionare questa opzione.
Include nel kernel la gestione automatica del demone necessario all'utilizzo dei moduli (in pratica si tratta di kerneld
). In generale, se si utilizzano i moduli, conviene attivare questa opzione.
Questa sezione raccoglie una serie di opzioni di importanza generale, che non hanno trovato una collocazione specifica in un'altra posizione della procedura di configurazione. Mano a mano che le funzionalitÞ del kernel Linux si estendono, aumentano le sezioni della configurazione, e di conseguenza capita che vi vengano spostate lË alcune di queste opzioni.
Permette di attivare la gestione della rete. õ importante attivare questa opzione anche se non si intende usare il proprio elaboratore in alcuna rete: alcuni programmi rischierebbero di non funzionare.
Se il proprio elaboratore ha un bus PCI, Õ necessario attivare questa opzione, altrimenti le schede inserite negli alloggiamenti PCI non saranno raggiungibili.
In linea di massima, si puÐ attivare questa opzione anche se non si dispone di un bus del genere, ma in presenza di alcuni bus successivi al tipo ISA tradizionale, potrebbero sorgere dei conflitti. Qualche problema si potrebbe avere anche con le prime versioni di bus PCI.
Se Õ stata attivata l'opzione PCI support, si puÐ attivare anche l'utilizzo del BIOS per individuare i dispositivi PCI e determinare la loro configurazione. Tuttavia, le prime schede madri che incorporavano un bus PCI avevano un BIOS imperfetto che potrebbe causare dei problemi attivando questa opzione.
Quando non Õ possibile utilizzare il BIOS per individuare i dispositivi PCI, si puÐ tentare di attivare l'accesso diretto al bus PCI saltando le funzioni del BIOS stesso. Se vengono attivate entrambe le funzionalitÞ, l'utilizzo del BIOS ha la precedenza e l'accesso diretto viene praticamente ignorato.
( ) BIOS ( ) Direct (X) Any |
Se si dispone di un BIOS imperfetto per la gestione del PCI, si puÐ attivare questa opzione che dovrebbe raggirare il problema.
Backward-compatible /proc/pci [Y]
L'attivazione di questa opzione permette di mantenere la compatibilitÞ nella directory /proc/pci/
per ciÐ che riguarda le informazioni sul bus PCI. Questo consente il funzionamento di vecchi programmi che fanno affidamento su quella impostazione iniziale.
Questa opzione permette di attivare la gestione del bus MCA (Micro Channel Architecture), utilizzato in alcuni elaboratori IBM PS/2.
IPC sta per Inter Process Communication e si riferisce a una serie di funzioni di libreria e chiamate di sistema che permettono ai processi elaborativi, cioÕ ai programmi, di sincronizzarsi e di scambiarsi informazioni. õ praticamente indispensabile l'attivazione di questa opzione, in considerazione del fatto che alcuni programmi non sono in grado di funzionare se non Õ disponibile l'IPC.
Si tratta della possibilitÞ di attivare un controllo dei processi da parte degli stessi, anche se non hanno privilegi particolari. Questo controllo si attua attraverso una forma di contabilizzazione delle risorse utilizzate.
L'interfaccia sysctl
permette di intervenire dinamicamente su alcuni elementi del sistema, attraverso l'uso di una funzione di sistema specifica, o anche con l'accesso a file (virtuali) contenuti nella directory /proc/sys/
.
Kernel support for a.out binaries [Y]
Nelle prime versioni dei sistemi Unix si utilizzava il formato a.out (Assembler.OUTput) per le librerie e gli eseguibili. GNU/Linux ha utilizzato i formati a.out, ma ormai, quasi tutto Õ stato convertito nel formato ELF. Tuttavia, questa opzione permette di continuare a utilizzare programmi compilati nel vecchio modo.
Kernel support for ELF binaries [Y]
Questa opzione permette di utilizzare librerie e binari compilati con il formato ELF (Executable and Linkable Format), ovvero il successore del tipo a.out. In generale, Õ necessario attivare questa opzione.
OBSOLETO Compile kernel as ELF -- if your GCC is ELF-GCC [Y]
Questa opzione permette di attivare la compilazione del kernel in formato ELF. Per poter fare questo occorre disporre del compilatore gcc
2.7.0 o di una versione piÛ recente.
Nei kernel piÛ recenti, la compilazione in formato ELF Õ obbligatoria e questa richiesta scompare dalla procedura di configurazione.
Kernel support for MISC binaries [Y]
L'attivazione di questa opzione permette l'avvio automatico di programmi che richiedono un interprete, come nel caso di Java.
OBSOLETO Kernel support for JAVA binaries
L'attivazione di questa opzione permette l'avvio automatico dell'interprete del formato binario Java (Java bytecode) quando si tenda di avviare un file compilato in Java. Questa opzione Õ obsoleta perchÈ basta attivare l'opzione Kernel support for MISC binaries.
Se si intende utilizzare la porta parallela per qualunque scopo, quale quello di connetterci una stampante o un cavo PLIP, occorre attivare questa opzione. I kernel per i quali non viene richiesta questa indicazione, includono automaticamente la gestione della porta parallela.
Advanced Power Management BIOS support
Le specifiche APM riguardano la gestione di meccanismi per il controllo e la riduzione del consumo attraverso il BIOS. Attivando questa opzione si permette al kernel di gestire alcune delle possibilitÞ offerte da queste specifiche e possono funzionare solo se il BIOS Õ strettamente aderente a questo standard. Alcuni elaboratori portatili hanno un BIOS che non Õ perfettamente compatibile con queste specifiche e l'attivazione di questa opzione provoca solo dei problemi.
Generalmente, se non si utilizza un elaboratore a batterie, non Õ utile l'attivazione di questa opzione.
La gestione del Plug & Play permette al kernel di configurare automaticamente alcuni dispositivi che aderiscono a queste specifiche.
Attivando questa opzione si abilita la gestione del Plug & Play.
Auto-probe for parallel devices [y]
Alcune stampanti sono in grado di rispondere a una richiesta di identificazione. In questo modo, attivando questa opzione, Õ possibile che il kernel le identifichi, e insieme a loro, anche altre unitÞ periferiche connesse alla porta parallela che possono rispondere a una richiesta del genere.
Un dispositivo a blocchi Õ quello che utilizza una comunicazione a blocchi di byte di dimensione fissa, e si contrappone al dispositivo a caratteri con cui la comunicazione avviene byte per byte. Il dispositivo a blocchi tipico Õ un'unitÞ a disco.
Normal PC floppy disk support [Y]
Questa opzione permette di utilizzare le unitÞ a dischetti. Di solito, conviene attivare questa opzione.
Enhanced IDE/MFM/RLL disk/cdrom/tape/floppy support [Y]
Questa opzione permette di utilizzare la maggior parte di unitÞ IDE/EIDE/ATAPI (dischi fissi e altro). Di solito, conviene attivare questa opzione.
Use old disk-only driver on primary interface [N]
Attivando questa opzione si abilita la gestione della prima interfaccia IDE, esclusivamente per accedere a dischi fissi normali. Questa opzione puÐ essere utilizzata principalmente in due situazioni: quando per qualche motivo non si riesce a gestire i dischi fissi utilizzando l'opzione Enhanced IDE/MFM/RLL disk/cdrom/tape support, e quando si vuole realizzare un kernel di dimensioni particolarmente piccole e l'utilizzo di unitÞ differenti dai dischi fissi non Õ previsto.
In generale, conviene disattivare questa opzione.
Include IDE/ATA-2 DISK support [Y]
L'attivazione di questa opzione Õ quasi obbligatoria quando si utilizza la gestione normale delle unitÞ IDE, attraverso l'opzione Enhanced IDE/MFM/RLL disk/cdrom/tape support.
Include IDE/ATAPI CDROM support [Y]
Se si utilizza un lettore CD-ROM ATAPI, cioÕ connesso all'interfaccia IDE/EIDE, si deve attivare questa opzione.
Include IDE/ATAPI TAPE support [y]
Se si utilizza un'unitÞ a nastro ATAPI, cioÕ connessa all'interfaccia IDE/EIDE, si deve attivare questa opzione.
Include IDE/ATAPI FLOPPY support [y]
Se si utilizza un'unitÞ a dischetti rimovibili ATAPI, cioÕ connessa all'interfaccia IDE/EIDE, si deve attivare questa opzione.
OBSOLETO Support removable IDE interfaces (PCMCIA)
Se si utilizzano unitÞ IDE esterne, connesse attraverso una scheda PCMCIA, questa opzione dovrebbe permettere la connessione e disconnessione a caldo.
Se non si ha questa necessitÞ conviene disattivare questa opzione.
Attivando questa opzione Õ possibile utilizzare la gestione dei dispositivi SCSI per unitÞ ATAPI equivalenti. CiÐ puÐ essere utile quando si dispone di una nuova unitÞ ATAPI per la quale non Õ ancora stato scritto il codice adatto, mentre questo esiste giÞ per la stessa unitÞ in versione SCSI.
CMD640 chipset bugfix/support [Y]
Se si dispone di una vecchia scheda madre o di una vecchia scheda di controllo IDE, che utilizza l'integrato CMD640, conviene attivare questa opzione. Con questo tipo di integrato possono verificarsi delle gravi perdite di dati a causa di un problema di progettazione. Attivando questa opzione, viene aggiunto al kernel il codice necessario all'identificazione e correzione automatica del problema.
RZ1000 chipset bugfix/support [Y]
Se si dispone di una scheda madre o di un'interfaccia IDE che utilizza l'integrato RZ1000 conviene attivare questa opzione. Con questo tipo di integrato possono verificarsi delle gravi perdite di dati a causa di un problema di progettazione. Attivando questa opzione, viene aggiunto al kernel il codice necessario all'identificazione e correzione automatica del problema.
Generic PCI IDE chipset support [Y]
Questa opzione abilita l'utilizzo di unitÞ IDE su una scheda madre di tipo PCI. In generale Õ necessario attivare questa opzione, a meno che si utilizzino esclusivamente unitÞ SCSI. In ogni caso, l'attivazione superflua dell'opzione non dovrebbe costituire un problema.
Generic PCI bus-master DMA support [Y]
Permette l'attivazione del DMA per i dischi IDE. In generale conviene attivare questa opzione.
Boot off-board chipsets first support [N]
Permette di attivare prima le unitÞ IDE collocate su schede di interfaccia esterne, e successivamente quelle incorporate nella scheda madre. In pratica, questo serve a invertire l'ordine attribuito alle unitÞ dei dischi IDE, quando esiste contemporaneamente un'unitÞ di controllo incorporata e una esterna.
In generale, Õ meglio lasciare disattivata questa opzione.
Use DMA by default when available [y]
Permette l'attivazione del DMA per i dischi IDE in modo predefinito. Potrebbe essere conveniente disattivare questa opzione in presenza di hardware PCI imperfetto.
Conviene attivare questa opzione se si desidera includere la gestione avanzata per vari tipi di interfaccia IDE, sia quelle incorporate nelle schede madri che quelle su schede aggiuntive. In alcuni casi, potrebbe essere necessaria l'attivazione di questa opzione per permettere a GNU/Linux di accedere alla terza o quarta unitÞ disco.
Attivando questa opzione, il kernel permetterÞ di montare un file come se si trattasse di un filesystem. CiÐ permette per esempio di utilizzare dei file-immagine di dischetti, direttamente cosË come sono.
Il termine loop device usato qui, non deve essere confuso con loopback device usato nella configurazione dei servizi di rete. |
Network block device support [N]
Attivando questa opzione, si abilita il proprio elaboratore a diventare un client di un dispositivo di rete a blocchi, NBD (network block device). Si tratta di una funzionalitÞ speciale, e non Õ richiesta per la gestione normale dei servizi di rete, nemmeno nel caso dell'utilizzo del protocollo NFS.
Multiple devices driver support [N]
Attivando questa opzione, si include il codice per la gestione di diverse partizioni combinate in un'unica unitÞ a blocchi (come se fosse un'unica partizione). Questo si utilizza tipicamente per la gestione dei dischi RAID.
Attivando questa opzione diventa possibile la gestione di dischi RAM. Di solito, i dischetti utilizzati per installare GNU/Linux sono preparati in modo da utilizzare questa possibilitÞ.
Questa opzione permette di utilizzare le vecchie unitÞ di controllo a 8 bit dei primi IBM XT. õ molto poco probabile che un elaboratore in grado di far funzionare GNU/Linux abbia a disposizione tali vecchie schede di controllo.
Parallel port IDE device support
Questa opzione introduce all'inserimento del codice necessario a gestire le unitÞ IDE/ATAPI connesse attraverso una porta parallela. Se si intende gestire simultaneamente la stampa e queste altre unitÞ esterne, Õ importante che questa opzione e quella di attivazione della gestione della stampa, siano entrambe attivate per l'inserimento nel kernel monolitico, oppure siano entrambe gestite attraverso moduli.
Dall'attivazione di questa opzione discende poi l'attivazione di gestori ad alto livello, ovvero, generalizzati per un genere di utilizzo, e successivamente di gestori specifici per il tipo di hardware utilizzato effettivamente.
Attiva la gestione ad alto livello per l'utilizzo dei dischi IDE connessi attraverso la porta parallela. L'utilizzo di questa opzione richiede poi la selezione di un gestore specifico per il tipo di hardware utilizzato.
Attiva la gestione ad alto livello per l'utilizzo dei lettori CD-ROM ATAPI connessi attraverso la porta parallela. L'utilizzo di questa opzione richiede poi la selezione di un gestore specifico per il tipo di hardware utilizzato.
Attiva la gestione ad alto livello per l'utilizzo dei dischi ATAPI connessi attraverso la porta parallela. L'utilizzo di questa opzione richiede poi la selezione di un gestore specifico per il tipo di hardware utilizzato.
Attiva la gestione di alto livello per l'utilizzo delle unitÞ a nastro ATAPI connesse attraverso la porta parallela. L'utilizzo di questa opzione richiede poi la selezione di un gestore specifico per il tipo di hardware utilizzato.
Paralel port generic ATAPI devices
Attiva la gestione di alto livello per l'utilizzo di unitÞ ATAPI generiche attraverso la porta parallela. In particolare puÐ essere utile per il programma di masterizzazione CD-R cdrecord
. L'utilizzo di questa opzione richiede poi la selezione di un gestore specifico per il tipo di hardware utilizzato.
Dopo l'indicazione dei tipi di hardware che si vogliono gestire attraverso la porta parallela, occorre indicare anche il tipo di protocollo utilizzato. Qui l'elenco di questi protocolli viene omesso.
La configurazione delle funzionalitÞ di rete Õ importante anche se il proprio elaboratore Õ isolato. Quando Õ attiva la gestione della rete, il kernel fornisce implicitamente le funzionalitÞ di inoltro dei pacchetti, consentendo in pratica il funzionamento come router. Tuttavia, l'attivazione di ciÐ dipende dall'inclusione della gestione del filesystem /proc/
(
19.2.15) e dell'interfaccia sysctl
(
19.2.4). Inoltre, durante il funzionamento del sistema Õ necessario attivare espressamente l'inoltro attraverso un comando simile a quello seguente:
#
echo '1' > /proc/sys/net/ipv4/ip_forward
Attivando questa opzione, si permette il funzionamento di programmi che accedono direttamente alle interfacce di rete, come tcpdump
. Se non ci sono motivi particolari per volere impedire questa possibilitÞ, conviene attivare questa opzione.
Kernel/User netlink socket [Y]
Attivando questa opzione, si abilita un tipo di comunicazione tra alcune parti del kernel e i processi di elaborazione. Per questa comunicazione si utilizzano dei file di dispositivo speciali.
Se si intende utilizzare il demone arpd
che aiuta a mantenere una memoria cache ARP interna (una mappa delle corrispondenze tra indirizzi IP e indirizzi fisici della rete locale) occorre attivare questa opzione.
Questa opzione puÐ essere attivata solo se in precedenza si attiva anche Kernel/User netlink socket. Attivando questa opzione e creando il file di dispositivo /dev/route
, come nell'esempio seguente, si puÐ accedere alle informazioni sull'instradamento attraverso la lettura di questo file.
#
mknod /dev/route c 36 0
Un firewall Õ un elaboratore che protegge una rete locale dal resto del mondo: tutto il traffico da e per gli elaboratori della rete locale viene filtrato dal firewall. Se si vuole configurare il proprio sistema GNU/Linux come firewall per la rete locale, si deve rispondere affermativamente alla domanda, cosË come viene proposto qui. Se la rete locale in questione Õ basata sul protocollo TCP/IP, occorrerÞ rispondere affermativamente anche alla domanda IP firewalling. Nello stesso modo, occorrerÞ rispondere affermativamente alla domanda IP firewalling se si vuole utilizzare il mascheramento IP (IP masquerading) che significa che gli elaboratori della rete locale possono comunicare con quelli della rete esterna, ma gli elaboratori esterni alla rete locale operano come se comunicassero con il firewall. Quindi, il mascheramento IP permette di rendere invisibili gli indirizzi locali alla rete esterna, eliminando il problema di utilizzare indirizzi validi per la rete Internet.
Rispondendo affermativamente si consente l'utilizzo di nomi differenti per le stesse reti fisiche. In pratica, questa Õ una richiesta preliminare da cui dipenderanno altre opzioni piÛ specifiche, come IP: aliasing support.
Si tratta di una funzionalitÞ speciale, attraverso cui i programmi possono stabilire un filtro per la selezione dei dati che possono attraversare una porta determinata.
Si tratta di un'opzione praticamente obbligatoria per l'utilizzo di qualunque applicazione che acceda a funzionalitÞ di rete, anche se l'elaboratore non Õ fisicamente connesso ad alcuna rete vera e propria. In pratica consente l'utilizzo di socket di dominio UNIX, cioÕ connessioni basate su file speciali di tipo socket.
Si tratta dei protocolli usati all'interno di Internet e nella maggior parte delle reti locali. La cosa migliore Õ rispondere affermativamente, dal momento che alcuni programmi usano TCP/IP anche se l'elaboratore non Õ connesso a una rete. CiÐ attiverÞ il cosiddetto loopback che in pratica permette di comunicare con se stessi. A perte questo, la cosa piÛ importante per l'utente comune Õ la possibilitÞ di accedere attraverso la linea telefonica a un nodo di Internet.
OBSOLETO IP: forwarding/gatewaying [Y]
Se appare la richiesta di questa opzione, Õ possibile indicare esplicitamente l'abilitazione o meno delle funzionalitÞ di inoltro dei pacchetti (router), per l'instradamento di pacchetti tra due reti fisiche distinte.
Nei kernel piÛ recenti questa opzione Õ stata eliminata e di conseguenza le funzionalitÞ di inoltro sono sempre presenti.
Si tratta del codice necessario per raggiungere diversi elaboratori di una rete con un unico indirizzo. Se si intende usare gated
, il demone che aggiorna le tabelle di instradamento (routing) del proprio elaboratore, Õ opportuno rispondere affermativamente a questa domanda. Il multicasting Õ necessario anche per partecipare a MBONE, una rete ad alta banda sulla parte superiore di Internet, che trasporta trasmissioni circolari (broadcast) audio e video.
Attivando questa opzione, si ottiene semplicemente la possibilitÞ di specificare in dettaglio la gestione del kernel riguardo al funzionamento come router.
Fa in modo che vengano presi in considerazione piÛ elementi del solito per definire l'instradamento dei pacchetti.
Permette di definire instradamenti differenti ed equivalenti, che vengono considerati dal kernel come aventi lo stesso «costo».
IP: use TOS value as routing key
La parte iniziale dei pacchetti IP contiene un valore TOS (Type Of Service), che permette di distinguere esigenze differenti per il transito di questi. Abilitando questa opzione, Õ possibile stabilire instradamenti differenti in funzione di tale valore.
IP: verbose route monitoring [Y]
Permette di essere informati, attraverso le registrazioni del kernel (log), di situazioni strane nella gestione del traffico IP (pacchetti anomali o problemi derivati da configurazioni errate).
Se si amministra un router con molti instradamenti differenti, conviene attivare questa opzione.
OBSOLETO IP: fast network address translation
Fa in modo che il router possa modificare gli indirizzi di origine e di destinazione dei pacchetti che lo attraversano.
IP: kernel level autoconfiguration
Attivando questa opzione si fa in modo che il kernel sia in grado di configurare le interfacce di rete attraverso il protocollo BOOTP, oppure RARP. Questo serve esclusivamente per i sistemi senza disco (diskless), e in tutti gli altri casi Õ perfettamente inutile.
Se si vuole utilizzare l'elaboratore come firewall per il filtro di pacchetto IP, in modo da controllare il transito dei pacchetti, oppure per poter mascherare una rete privata, occorre attivare questa opzione. Per ottenere il funzionamento del firewall Õ necessario che sia attiva anche la gestione dell'inoltro dei pacchetti, come descritto nell'introduzione a questo gruppo di opzioni.
IP: firewall packet netlink device [y]
Attivando questa opzione e creando il file di dispositivo corrispondente nella directory /dev/
, si puÐ accedere alle informazioni relative ai tentativi falliti di attraversamento del firewall. In pratica, permette di controllare eventuali tentativi di attacco al sistema.
IP: always defragment (required for masquerading)
Questa opzione permette di gestire la ricomposizione automatica dei pacchetti IP frammentati. Quando si utilizza il proprio elaboratore come firewall, Õ particolarmente importante attivare questa opzione.
Si puÐ attivare questa opzione solo su un firewall che Õ l'unico collegamento tra la rete locale e l'esterno. In tal caso, Õ indispensabile la ricomposizione dei pacchetti se si utilizza il sistema del mascheramento IP. (IP: masquerading).
Non si deve attivare questa opzione in un qualsiasi elaboratore che svolge funzioni di router e tanto meno in un normale elaboratore connesso alla rete senza particolari ruoli.
OBSOLETO IP: firewall packet logging
Questa opzione permette di monitorare il funzionamento del firewall in modo da conoscere cosa accade con i pacchetti ricevuti. Le informazioni sono gestite dal demone klogd
(
35.1.6) che si occupa della registrazione dei messaggi del kernel.
OBSOLETO IP: transparent proxy support
Attivando questa opzione si ottiene la possibilitÞ di ridirigere il traffico della rete locale verso un proxy, senza che i nodi di questa rete debbano essere configurati per questo.
Permette di tenere traccia del traffico IP e di produrre delle statistiche. L'attivazione di questa opzione Õ utile nel caso in cui si intenda configurare il proprio elaboratore come firewall oppure router. Le informazioni prodotte sono accessibili all'interno del file /proc/net/ip_acct
. Di conseguenza, perchÈ le cose funzionino, occorre anche che il filesystem /proc/
sia attivato.
Quando si costruisce un kernel per un elaboratore che agisce da firewall Õ possibile aggiungere la gestione del mascheramento degli indirizzi utilizzati nella rete locale per la quale si intende operare. In pratica, si puÐ fare in modo che gli elaboratori della rete locale non siano visibili all'esterno. õ poi compito del firewall dirigere i pacchetti di dati all'elaboratore corretto nella rete locale. All'esterno sembra che tutto il traffico sia svolto solo dall'elaboratore che funge da firewall.
Attivando questa opzione si ottiene la gestione del mascheramento degli indirizzi a valle del firewall.
OBSOLETO IP: ICMP masquerading [y]
Il mascheramento degli indirizzi riguarda normalmente i protocolli TCP e UDP. Attivando questa opzione si ottiene anche il mascheramento dei pacchetti che utilizzano il protocollo ICMP (per esempio ping
).
IP: optimize as router not host [N]
Permette di ottimizzare il funzionamento dell'elaboratore che svolge esclusivamente la funzione di router. Non deve essere attivata questa opzione nel caso di un elaboratore che svolge anche altre attivitÞ.
La creazione di un tunnel Õ un metodo attraverso il quale si incapsulano i dati di un protocollo in un altro protocollo e si inviano attraverso un canale che puÐ gestire il secondo protocollo e non il primo.
Questo tipo di tunnel riguarda IP attraverso IP. Apparentemente puÐ sembrare inutile, ma ciÐ permette di fare apparire un elaboratore presente in un punto diverso da quello in cui si trova fisicamente. õ particolarmente importante per i portatili che si devono muovere nella rete pur mantenendo un unico indirizzo IP.
L'attivazione di questa opzione genera due moduli distinti: uno da utilizzare come incapsulatore e l'altro come estrattore.
Nella maggior parte dei casi si lascia disattivata questa opzione.
GRE sta per Generic Routing Encapsulation e allo stato attuale permette l'incapsulamento di IPv4 o IPv6 all'interno di pacchetti IPv4. Questo tipo di incapsulamento offre dei vantaggi rispetto a quello normale.
OBSOLETO IP: multicast routing
L'attivazione di questa opzione permette l'inoltro di pacchetti con destinazioni multiple: multicast.
Consente l'attribuzione di diversi indirizzi IP alla stessa interfaccia di rete.
õ un sistema di protezione contro un tipo di attacco noto come SYN flooding. L'attivazione di questa opzione, non implica automaticamente l'attivazione della protezione. per questo occorre eseguire un comando durante il funzionamento del sistema.
#
echo 1 > /proc/sys/net/ipv4/tcp_syncookies
Se all'interno della rete locale ci sono macchine che conoscono il proprio indirizzo Ethernet (cioÕ l'indirizzo della scheda di rete), ma non conoscono il loro indirizzo IP, subito dopo il loro avvio possono inviare una richiesta di RARP (Reverse Address Resolution Protocol) per conoscere il loro indirizzo IP. Le macchine Sun 3 Diskless (cioÕ terminali senza disco della Sun), utilizzano questa procedura al momento dell'avvio. Se si vuole che il proprio elaboratore GNU/Linux sia in grado di rispondere a queste richieste, occorre rispondere affermativamente a questa domanda e in piÛ occorrerÞ eseguire il programma rarp
. Una soluzione migliore al problema dell'avviamento e configurazione di elaboratori nella rete Õ data dal protocollo BOOTP e dal suo successore DHCP.
OBSOLETO IP: Drop source routed frames [Y]
Di solito, quando viene prodotto un pacchetto IP, viene specificato solo la sua destinazione e i vari nodi incontrati lungo la sua strada si occuperanno dell'instradamento corretto. Tuttavia, esiste una caratteristica del protocollo IP che permette di specificare il percorso completo di un dato pacchetto, giÞ dalla sua origine. Un pacchetto che possiede tale informazione Õ chiamato source routed, cioÕ instradato all'origine. Il problema sta nel decidere se si intendono rispettare queste richieste di instradamento quando arrivano tali pacchetti, oppure no. Il rispetto di queste richieste puÐ introdurre problemi di sicurezza e in generale Õ raccomandabile di rispondere affermativamente alla domanda, se non si conoscono bene le conseguenze che altrimenti potrebbero derivarne.
IP: Allow large windows (not recommended if <16Mb of memory) [y]
Nelle reti a lunga distanza e ad alta velocitÞ il limite di prestazioni Õ dato dalla quantitÞ di dati che una macchina puÐ accumulare fino a quando l'altra, dall'altra parte, invia la conferma. Questa opzione permette di lasciare una quantitÞ piÛ grande di dati in giro (in flight), per unitÞ di tempo. CiÐ significa anche che c'Õ bisogno di piÛ memoria per i processi che utilizzano la rete e quindi questa opzione Õ utile e dÞ i migliori risultati solo su elaboratori che abbiano almeno 16 Mbyte di memoria centrale.
Questa opzione permette di abilitare la gestione del protocollo IPv6.
IPv6: enable EUI-64 token format
Abilita l'utilizzo del formato EUI-64 per gli identificatori di interfaccia. Se si utilizza IPv6, conviene attivare questa opzione.
IPv6: disable provider based addresses
L'RFC 2373 ha reso obsoleti gli indirizzi provider-based e quelli geographic-based. Questa opzione permette di disabilitare la gestione degli indirizzi provider-based. Se si inizia a utilizzare IPv6 e non sono mai stati usati gli indirizzi provider-based conviene abilitare questa opzione.
Questa opzione permette di abilitare il supporto alle reti Novell, IPX. C'Õ bisogno di questo se si vuole accedere a file o servizi di stampa di reti Novell Netware. In tal caso si puÐ utilizzare il client ncpfs
oppure l'emulatore Dos DOSEMU.
AppleTalk Õ il modo con cui comunicano gli elaboratori Apple attraverso la rete. EtherTalk Õ il nome usato per le comunicazioni sulle reti Ethernet, LocalTalk identifica la comunicazione attraverso le porte seriali. Se si Õ connessi a una rete del genere e si vuole comunicare, occorre rispondere affermativamente a questa domanda. Per fare in modo che l'elaboratore GNU/Linux agisca come server per gli elaboratori MAC, sia per i file che per la stampa, occorre il pacchetto NetTalk.
Questa opzione permette di utilizzare il proprio elaboratore come un bridge Ethernet. In tal modo, i segmenti di rete fisica che vengono connessi appaiono come un'unica rete.
OBSOLETO IP: PC/TCP compatibility mode
Se sono state riscontrate difficoltÞ per connettersi attraverso un programma di Telnet da un elaboratore con sistema operativo Dos che usa il protocollo PC/TCP, si puÐ tentare di abilitare questa funzione. In tutti gli altri casi la si deve disabilitare.
Per quanto riguarda il Telnet di NCSA, si puÐ leggere la sezione
105.3 o eventualmente il file /usr/src/linux/Documentation/networking/ncsa-telnet
.
OBSOLETO IP: Path MTU Discovery (normally enabled)
MTU (Maximal Transfer Unit) Õ la dimensione dei blocchi di dati (chunk) che si inviano attraverso la rete. Path MTU Discovery significa che invece di inviare sempre blocchi di dati molto piccoli, si inizia inviando blocchi di grandi dimensioni e se si scopre che alcuni nodi gradiscono blocchi piccoli, si aggiusta questa dimensione dei blocchi di dati a valori minori.
Alcune versioni Dos di Telnet NCSA, cosË come altro software, possono connettersi solo se si disabilita questa funzionalitÞ.
Nelle versioni di kernel piÛ vecchie, questa domanda veniva posta in modo inverso, richiedendo all'utente se si voleva disattivare la funzione: attenzione. |
Si tratta di un'opzione che permette di definire l'utilizzo di una scheda speciale per la connessione a reti WAN (Wide Area Network).
CPU is too slow to handle full bandwidth
Se per qualche motivo si ritiene che l'elaboratore sia troppo «lento» rispetto alle capacitÞ della rete a cui Õ connesso, si puÐ attivare questa opzione.
Questa sezione riguarda la gestione del kernel delle unitÞ SCSI.
Per poter gestire una qualunque unitÞ SCSI occorre attivare questa opzione. Se questa viene attivata, seguono una serie di altre opzioni da definire, compresa l'identificazione del modello di unitÞ SCSI.
Per poter utilizzare un disco fisso SCSI occorre attivare questa opzione.
Per poter utilizzare un'unitÞ a nastro SCSI occorre attivare questa opzione.
Per poter utilizzare un lettore CD-ROM SCSI occorre attivare questa opzione. Quando si intendono utilizzare lettori CD-ROM ci si deve ricordare di attivare in seguito la gestione del filesystem ISO 9660.
Per gestire altri tipi di unitÞ SCSI occorre attivare questa opzione.
Probe all LUNs on each SCSI device [N]
Questa opzione permette di attivare la gestione dei LUN multipli (Logical Unit Number). Sono rare le unitÞ SCSI che utilizzano piÛ di un LUN; per esempio potrebbe trattarsi di un juke-box per CD.
Verbose SCSI error reporting [Y]
Questa opzione permette di ottenere maggiori informazioni diagnostiche sul proprio hardware SCSI.
Permette di tenere traccia dei problemi che dovessero verificarsi con le unitÞ SCSI. Per arrivare in pratica alla registrazione di questo, occorre intervenire in un file contenuto nel filesystem virtuale /proc/
. In generale, puÐ essere conveniente l'attivazione di questa opzione, anche se poi non si intende sfruttare questa possibilitÞ di controllo.
SCSI low-level drivers
L'ultima indicazione inerente le unitÞ SCSI Õ l'identificazione del tipo, o dei tipi, di schede SCSI utilizzate. Qui viene omesso l'elenco di unitÞ SCSI utilizzabili.
Questa sezione riguarda la definizione delle interfacce di rete che si utilizzano.
Si deve rispondere affermativamente a questa domanda se si intende far gestire al kernel una qualunque interfaccia che consenta la connessione con una rete di qualunque tipo. In pratica, se si vuole connettere il proprio elaboratore GNU/Linux a una rete, occorre una scheda di rete; se si vuole connettere il proprio elaboratore GNU/Linux a un nodo di Internet attraverso una connessione telefonica, occorre il supporto PPP oppure SLIP. In questo senso Õ praticamente necessario rispondere affermativamente a questa domanda.
Questa opzione, se attivata, permette successivamente di indicare una scheda di rete ARCnet.
Questa opzione permette di definire un'interfaccia di rete fittizia. õ utile se si vuole utilizzare SLIP o PPP.
EQL (serial line load balancing) support [N]
Si tratta di una gestione riferita alle comunicazioni su linee seriali (SLIP o PPP) multiple, che consente un bilanciamento del traffico tra linee e di conseguenza permette di ottenere prestazioni migliori nella comunicazione. PerchÈ la cosa funzioni, occorre che questo gestore sia attivo da entrambi i lati della connessione. Se si intende rispondere affermativamente, Õ anche necessario leggere la documentazione che si trova all'interno di /usr/src/linux/drivers/net/README.eql
.
Ethernet Õ il protocollo piÛ usato nelle reti locali. 10base2, 10baseT e 100base... sono dei tipi comuni di connessioni Ethernet. Se il proprio elaboratore GNU/Linux viene connesso a una rete Ethernet, e di conseguenza dispone di una scheda di rete Ethernet, si deve rispondere affermativamente alla domanda. In tal modo verrÞ richiesto in seguito il modello della scheda utilizzata.
Selezionando questa opzione, come nel caso delle altre interfacce di rete, diviene disponibile un elenco di importanza minore. Tra queste, Õ comunque molto importante la voce riferita alle schede NE2000 e cloni. *2*
Se si utilizzano le fibre ottiche, deve essere attivata questa opzione.
PLIP (parallel port) support [Y]
Il protocollo PLIP (Paralel Line Internet Protocol) Õ usato per creare una mini rete di due elaboratori. Le porte parallele vengono connesse usando un cavo Null-Printer o Laplink che puÐ trasmettere 4 bit alla volta. Per il cablaggio si possono leggere i file /usr/src/linux/drivers/net/README?.plip
. I cavi possono essere lunghi 15 metri al massimo. La connessione fatta in questo modo puÐ avvenire anche tra un elaboratore GNU/Linux e un elaboratore Dos che utilizza un driver di pacchetto adatto come quello della Crynwr (
105.1).
PPP (point-to-point) support [Y]
Il protocollo PPP (Point to Point Protocol) Õ risultato dall'evoluzione di SLIP. Serve per gli stessi propositi: invio del traffico Internet attraverso una linea telefonica (e altre linee seriali). Per poter utilizzare questo protocollo occorre che il proprio nodo di accesso a Internet sia organizzato per gestirlo. In alternativa si puÐ utilizzare il programma SLiRP per emulare una linea PPP e SLIP. Per utilizzare il protocollo PPP serve un programma addizionale chiamato pppd
.
SLIP (serial line) support [y]
Si deve rispondere affermativamente alla domanda se si intende usare il protocollo SLIP o CSLIP (compressed SLIP) per connettersi a un nodo di Internet, oppure a qualche altro elaboratore Unix locale, oppure se si vuole configurare il proprio elaboratore GNU/Linux come server SLIP/CSLIP per l'accesso da parte di altri utenti. SLIP (Serial Line Internet Protocol) Õ il protocollo usato per l'invio del traffico Internet attraverso una linea telefonica o altri cavi seriali (conosciuti come cavi Null-modem). Per poter utilizzare questo protocollo occorre che il proprio nodo di accesso a Internet sia organizzato per gestirlo. In alternativa si puÐ utilizzare il programma SLiRP per emulare una linea PPP e SLIP.
Il protocollo CSLIP Õ piÛ veloce di SLIP perchÈ utilizza la compressione delle intestazioni TCP/IP. Per funzionare, deve essere abilitato da entrambi i lati della comunicazione. Se si intente utilizzare SLiRP Õ assolutamente necessario rispondere affermativamente a questa domanda.
Permette di aggiungere delle capacitÞ addizionali al gestore SLIP per il monitoraggio RELCOM line fill e keepalive. õ ideale per le linee analogiche di bassa qualitÞ.
Solo occasionalmente potrebbe capitare di dover utilizzare linee seriali che non trasferiscono tutti i caratteri di controllo, oppure permettono di usare solo sette bit. Rispondendo affermativamente, si aggiunge una modalitÞ supplementare che si abbina al protocollo SLIP: slip6
. Naturalmente Õ necessario che questa modalitÞ sia gestita da entrambi i capi della comunicazione.
Una rete wireless Õ precisamente una rete senza fili. In pratica si tratta di interfacce speciali che utilizzano la radiofrequenza. Attivando questa opzione si accede all'elenco delle interfacce di questo tipo.
Una rete Token Ring Õ un tipo di rete locale usata da IBM. Il tipo di rete locale piÛ diffuso Õ invece Ethernet. Se si vuole utilizzare una rete Token Ring si deve attivare questa opzione.
OBSOLETO LAPB over Ethernet drivers [N]
Questa opzione permette di attivare il protocollo LAPB per ottenere una connessione punto-punto con un altro elaboratore connesso alla propria rete locale.
Questa opzione permette di includere la gestione per la trasmissione e ricezione di frame X.25 attraverso una normale linea seriale asincrona, quale puÐ essere una linea telefonica utilizzata attraverso modem.
Questa opzione permette di accedere a un elenco di schede specifiche per la connessione a reti WAN.
Questa sezione permette di configurare il kernel in modo da gestire le funzionalitÞ legate alla comunicazione via radio (amatoriali).
Attivando questa opzione si ottiene la possibilitÞ di configurare le opzioni relative alle comunicazioni radio.
Questo Õ il protocollo usato per le comunicazioni attraverso le radio amatoriali. PuÐ essere usato da solo, oppure per trasportare altri protocolli, quali TCP/IP. Per poterlo usare, occorre una periferica che connetta l'elaboratore GNU/Linux con la radio amatoriale.
Le voci successive riguardano la definizione dell'hardware utilizzato.
Se si dispone di periferiche che utilizzano i protocolli IrDA (Infrared Data Association), conviene attivare questa opzione. A seguito di ciÐ si dovrÞ selezionare in modo dettagliato i tipi di protocollo e l'hardware utilizzato.
Questa sezione permette di definire e configurare l'utilizzo di dispositivi ISDN.
Se si utilizza una connessione telefonica ISDN si deve attivare questa opzione, con la quale si accede alla possibilitÞ di definire altri elementi che riguardano le connessioni ISDN.
Questa opzione permette di abilitare il PPP sincrono attraverso ISDN. Se il servizio a cui ci si connette attraverso ISDN Õ in grado di gestire questa modalitÞ di comunicazione, puÐ essere conveniente l'attivazione di questa opzione. In tal caso occorre una versione diversa del demone pppd
: ipppd
.
OBSOLETO Use VJ-compression with syncronous PPP
Questa opzione permette di abilitare la compressione di intestazione Van Jacobson per le connessioni sincrone PPP.
OBSOLETO Support generic MP (RFC 1717)
Questa opzione permette di attivare un protocollo adatto alla realizzazione di piÛ connessioni PPP sincrone simultanee.
Attivando questa opzione Õ possibile gestire alcune funzionalitÞ audio attraverso ISDN.
Questa opzione permette di attivare la gestione di due tipi di schede ISDN: ICN 2B e ICN 4B.
Si tratta di un gestore fittizio per una scheda ISDN virtuale, utilizzabile a scopo diagnostico e di verifica della configurazione.
Questa opzione permette di attivare la gestione delle schede ISDN PCBIT.
HiSax SiemensChipSet driver support
Attivando questa opzione Õ possibile specificare un tipo di interfaccia ISDN della famiglia HiSax della Siemens.
Questa opzione permette di attivare la gestione delle schede ISDN AVM B1.
Se si dispone di un lettore CD-ROM diverso dagli standard SCSI o IDE/ATAPI, se ne deve selezionare il modello esatto.
Support non-SCSI/IDE/ATAPI CDROM drives [N]
Se si dispone di un vecchio lettore CD-ROM non connesso attraverso una scheda SCSI o l'unitÞ IDE, si deve attivare questa opzione, in modo da poter poi selezionare il modello preciso di CD-ROM. Le scelte a disposizione sono poi le seguenti.
[*] Support non-SCSI/IDE/ATAPI CDROM drives [ ] Aztech/Orchid/Okano/Wearnes/TXC/CyDROM CDROM support [ ] Goldstar R420 CDROM support [ ] Matsushita/Panasonic/Creative, Longshine, TEAC CDROM support [ ] Mitsumi (standard) [no XA/Multisession] CDROM support [ ] Mitsumi [XA/MultiSession] CDROM support [ ] Optics Storage DOLPHIN 8000AT CDROM support [ ] Philips/LMS CM206 CDROM support [ ] Sanyo CDR-H94A CDROM support [ ] ISP16/MAD16/Mozart soft configurable cdrom interface support [ ] Sony CDU31A/CDU33A CDROM support [ ] Sony CDU535 CDROM support |
Un dispositivo a caratteri Õ quello che utilizza una comunicazione byte per byte e si contrappone a quello a blocchi con cui la comunicazione avviene attraverso l'uso di blocchi di byte di dimensione fissa.
Nei kernel recenti Õ stata inserita questa opzione che prima veniva sottintesa. Si tratta della richiesta esplicita di poter utilizzare dei terminali, cioÕ un insieme di tastiera e schermo. õ praticamente obbligatorio rispondere affermativamente a questa domanda, a meno che si usi GNU/Linux per scopi specifici in cui l'interazione con un terminale non debba avviene.
Support for console on virtual terminal [Y]
La console Õ un terminale speciale, e precisamente quello predefinito, ovvero quello su cui finiscono tutti i messaggi di errore. Attivando questa opzione si vuole fare in modo che la console vera e propria corrisponda alla console virtuale su cui si sta lavorando in quel momento; in pratica si vuole che i messaggi del kernel siano diretti al dispositivo /dev/tty0
.
Ha senso rinunciare a questa opzione se poi si attiva la gestione della console su un terminale seriale, attraverso Support for console on serial port, descritto piÛ avanti. Tuttavia, l'attivazione di questa opzione non impedisce la realizzazione di tale risultato; pertanto, Õ opportuno attivare sempre questa opzione.
Standard/generic (dumb) serial support [Y]
Questa opzione permette di attivare la gestione delle porte seriali normali. Per poter utilizzare qualunque apparecchiatura connessa alle porte seriali normali, come per esempio un mouse seriale, occorre attivare questa opzione.
Se si utilizza una scheda per la gestione di porte seriali multiple Cyclades o Stallion, non Õ necessario attivare questa opzione.
Extended dumb serial driver support [N]
Attivando questa opzione si accede alla possibilitÞ di scelta di gestione di porte seriali particolari, pur restando sostanzialmente vicine allo standard.
Non-standard serial port support [N]
Attivando questa opzione si accede alla possibilitÞ di scelta di gestione di porte seriali non standard. Si tratta solitamente di quelle che permettono l'utilizzo di molte connessioni seriali condividendo un unico indirizzo IRQ.
Permette di attivare la gestione degli pseudo terminali secondo lo standard Unix98. In tal modo, al posto dei dispositivi /dev/ttyp*
, possono essere usati i dispositivi virtuali /dev/pty/*
. Se si attiva questa opzione si deve poi attivare anche la gestione del filesystem virtuale /dev/pty/
.
Questa opzione permette di attivare la gestione delle porte parallele, in modo da consentirne l'utilizzo per la stampa. Nei kernel recenti Õ possibile fare convivere sia la gestione della stampa, sia altri tipi di funzionalitÞ (come una connessione PLIP), senza la necessitÞ di fare ricorso ai moduli.
Mouse Support (not serial mice)
Questa opzione permette di stabilire se si utilizza un mouse non connesso a una normale porta seriale (come nel caso di un mouse PS/2). Attivando l'opzione si ottiene la possibilitÞ di specificare il tipo di mouse.
< > ATIXL busmouse support < > Logitech busmouse support < > Microsoft busmouse support < > PS/2 mouse (aka "auxiliary device") support < > C&T 82C710 mouse port support (as on TI Travelmate) < > PC110 digitizer pad support |
Se si utilizza un'unitÞ a nastro QIC-02 che non Õ connessa attraverso una scheda SCSI, si deve attivare questa opzione.
Attivando questa opzione si vuole fare in modo che, al manifestarsi di alcuni tipi di errore di funzionamento, si ottenga il riavvio del sistema. PuÐ essere utile questo comportamento nel caso di un elaboratore connesso a una rete che deve essere in grado di sbloccarsi autonomamente senza l'intervento umano.
In particolare, selezionando questa opzione, si accede a un elenco di schede specifiche, dove si trova anche la possibilitÞ di selezionare un sistema puramente software, che non Õ perfetto, ma permette di risparmiare l'acquisto di una tale scheda.
La nvram Õ la memoria RAM non volatile, ovvero quella mantenuta da delle batterie ricaricabili o al Litio. Negli elaboratori i386 si parla di memoria C/MOS. Attivando questa opzione, Õ possibile creare un file di dispositivo per poter accedere a questa memoria.
Enhanced Real Time Clock Support [y]
Questa opzione permette di accedere all'orologio interno di un elaboratore i386. Questo puÐ essere utilizzato per generare segnali da 1 Hz a 8192 Hz, e anche come allarme.
Questa opzione attiva la gestione di funzionalitÞ audio/video. In pratica permette di accedere a un elenco di schede specifiche.
Attivando questa opzione, Õ possibile accedere al joystick attraverso un file di dispositivo apposito. L'opzione serve a mostrare un elenco dal quale selezionare un tipo di joystick.
Ftape, the floppy tape device driver
Attraverso questa voce si accede a un altro menu di scelta per la definizione delle caratteristiche di un'unitÞ a nastro collegata alla stessa unitÞ di controllo dei dischetti e di altre unitÞ connesse attraverso schede di controllo non standard.
Attraverso questa sezione si definiscono i tipi di filesystem che si vogliono gestire. In particolare, anche i filesystem virtuali, come /proc/
e /dev/pty/
, vengono definiti qui.
Questa opzione permette di attivare la gestione della limitazione dello spazio concesso a ogni utente nel filesystem. Questo spazio limitato messo a disposizione si chiama «quota», o diskquota, e per la sua gestione occorrono dei programmi di utilitÞ aggiuntivi. La gestione di questo meccanismo Õ utile solo per un sistema multiutente.
Kernel automounter support [N]
Permette al kernel di montare automaticamente i filesystem remoti. Se si attiva questa opzione, per gestire il sistema sono poi necessari altri programmi di contorno. Di solito occorre attivare anche la gestione di questi filesystem attraverso l'opzione NFS filesystem support.
Attivando questa opzione, si permette al kernel di accedere a partizioni FFS (Fast File System) Amiga. Per questo, Õ anche utile attivare l'opzione Loopback device support ( 19.2.6) in modo da poter accedere alle immagini di dischi utilizzate con un eventuale emulatore Amiga. I dischetti veri e propri, non possono essere utilizzati.
Questa opzione permette di gestire i filesystem FAT, cioÕ quelli generalmente in uso con il Dos o con MS-Windows. Per poter utilizzare un filesystem UMSDOS occorre attivare questa opzione.
In generale Õ necessario attivare questa opzione, se non altro per poter utilizzare dischetti inizializzati per il Dos.
Per poter montare un filesystem Dos-FAT normale, occorre attivare questa opzione insieme a quella precedente: DOS FAT fs support.
UMSDOS: Unix-like filesystem on top of standard MSDOS filesystem [Y]
GNU/Linux puÐ essere installato e funzionare anche in un filesystem UMSDOS, che in pratica Õ un trucco per permettere di utilizzare una partizione Dos-FAT senza interferire con i dati in essa contenuti. Viene creata una directory C:\LINUX\
a partire dalla quale si dirama una struttura di directory e file che rispettano lo standard dei nomi Dos (8.3), ma conservano in un file a parte i nomi e gli altri attributi reali.
VFAT (Windows-95) fs support [Y]
Per poter montare un filesystem Dos-VFAT (cioÕ con la gestione dei nomi lunghi), occorre attivare questa opzione insieme a: DOS FAT fs support.
Il filesystem principale, o root, non puÐ essere VFAT. Al massimo si puÐ utilizzare un filesystem UMSDOS che utilizza una partizione FAT.
ISO9660 cdrom filesystem support [Y]
Questa opzione permette di montare un filesystem ISO 9660, cioÕ quello di un normale CD-ROM. Se non si vuole escludere la possibilitÞ di utilizzare il lettore CD-ROM, si deve attivare questa opzione.
Lo standard ISO 9660 Õ noto anche come High Sierra e in altri sistemi Unix viene utilizzata la sigla |
Il filesystem Minix puÐ essere considerato superato dal momento che il kernel Linux ha a disposizione il tipo Second-extended (Ext2), ma Õ ancora diffuso il suo utilizzo per i dischetti. In generale conviene attivare questa opzione, in modo da poter utilizzare questo tipo di filesystem.
NTFS filesystem support (read only)
Questa opzione permette di accedere in lettura ai filesystem NTFS, ovvero quelli usati da MS-Windows NT.
OS/2 HPFS filesystem support (read only)
Questa opzione permette di accedere in lettura ai filesystem HPFS, ovvero quelli usati da OS/2. Il formato dei dischetti utilizzati da OS/2 Õ quello tradizionale Dos, per cui, non serve attivare questa opzione solo per leggere dischetti preparati con OS/2.
Il filesystem /proc/
Õ un filesystem virtuale, nel senso che non occupa uno spazio reale su disco. CiÐ che appare nella directory /proc/
sono file che in realtÞ non esistono: solo nel momento in cui se ne vuole analizzare il contenuto, questi vengono creati al volo. La presenza di questo filesystem virtuale permette di conoscere facilmente una serie di notizie diagnostiche molto importanti che altrimenti non sarebbero ottenibili.
Per visualizzare il contenuto dei file virtuali contenuti in questo filesystem si puÐ utilizzare more
o cat
, ma non less
.
Molti programmi dipendono dalla presenza di questo meccanismo, quindi Õ necessario attivare questa opzione.
/dev/pts filesystem for Unix98 PTYs [Y]
Il filesystem /dev/pts/
permette la gestione degli pseudoterminali Unix98. Si tratta di un filesystem virtuale che puÐ essere montato con il comando seguente:
#
mount
-
t devpts /dev/pts
Si tratta della gestione di un filesystem a sola lettura e di dimensioni molto ridotte, pensato principalmente per un disco RAM iniziale (initrd
), ma potrebbe essere utilizzato anche per altri tipi di supporti a sola lettura.
Second extended fs support [Y]
Questa opzione permette di attivare la gestione del filesystem Second-extended, o Ext2, che Õ lo standard per GNU/Linux. Sotto questo aspetto, Õ praticamente obbligatorio attivare questa opzione.
System V and Coherent filesystem support
L'attivazione di questa opzione permette di montare filesystem del tipo utilizzato da alcuni Unix commerciali che funzionano su architetture Intel. Si tratta in particolare di SCO, Xenix e Coherent.
UFS filesystem support (read only) [N]
Questa opzione permette di accedere in lettura ai filesystem UFS, ovvero quelli usati dalle versioni di Unix BSD e derivate (come SunOS, FreeBSD, NetBSD e NeXTstep). Per l'accesso in scrittura occorre selezionare altre opzioni che dipendono da questa.
Network File Systems
Se il proprio elaboratore Õ connesso a una rete di qualunque tipo, Õ utile la possibilitÞ di montare parte del filesystem di un altro elaboratore che consente la condivisione dei suoi dati. L'elaboratore che offre questi servizi non ha la necessitÞ di incorporare nel kernel questa opzione; deve invece averla il client, ovvero quello che utilizza tali servizi.
Questa voce serve solo a permettere la selezione delle opzioni relative.
Coda filesystem support (advanced network fs) [Y]
Questa opzione permette l'accesso come client a un filesystem di rete Coda. Si tratta di qualcosa concettualmente simile a NFS, ma molto piÛ raffinato. Conviene attivare questa opzione, anche se per il momento potrebbe mancare il software necessario a sfruttare concretamente questo tipo di filesystem.
Questa opzione permette di montare parte del filesystem di un altro elaboratore che consente la condivisione dei suoi dati attraverso il protocollo NFS. L'elaboratore che offre questo servizio non ha la necessitÞ di incorporare nel kernel questa opzione; deve invece averla il client, ovvero quello che utilizza questo servizio.
Se si dispone di un qualunque tipo di rete e di conseguenza Õ stato attivato il TCP/IP, vale la pena di attivare questa opzione.
OBSOLETO Root file system on NFS [N]
Se si vuole fare in modo che il proprio filesystem principale (quello di root) sia ottenuto attraverso la rete, con il protocollo NFS, si deve attivare questa opzione. Una buona ragione per volerlo fare puÐ essere quella di avere un elaboratore senza disco fisso con il quale si avvia attraverso un dischetto. In pratica Õ piÛ facile a dirsi che a farsi.
Normalmente, la gestione del servizio NFS viene svolto dai demoni rpc.mountd
e rpc.nfsd
. Attivando questa opzione si fa in modo che se ne occupi direttamente il kernel.
SMB filesystem support (to mount WfW shares etc.) [y]
Il protocollo SMB (Server Message Buffer) Õ quello utilizzato da MS-Windows e Lan Manager per le comunicazioni attraverso le reti Ethernet. Attivando questa opzione, Õ possibile montare le directory condivise da elaboratori che usano questo protocollo.
Questa possibilitÞ non deve essere confusa con quella di condividere parte del proprio filesystem attraverso la rete locale a favore di elaboratori che usano questo protocollo. In tal caso, si utilizzano i programmi Samba e non serve includere questa opzione nel kernel.
PerchÈ questa opzione sia attivata con successo, occorre avere attivato anche tutto quello che serve alla gestione dei servizi di rete.
NCP filesystem support (to mount NetWare volumes) [y]
NCP significa NetWare Core Protocol e riguarda la condivisione dei dati attraverso la rete NetWare. Attivando questa opzione si abilita il kernel a montare un filesystem condiviso da un server NetWare (in tal caso vengono richieste anche altre indicazioni).
Partition types
Si tratta di una voce che permette di accedere a una serie di opzioni per la gestione di diversi sistemi di partizionamento dei dischi. Il tipo di partizionamento derivato dal Dos Õ quello considerato standard, e il codice necessario viene aggiunto in ogni caso nel kernel.
[ ] BSD disklabel (BSD partition tables) support [ ] Macintosh partition map support [ ] SMD disklabel (Sun partition tables) support [ ] Solaris (x86) partition table support [ ] Unixware slices support |
Native Language Support
Si tratta di una voce che permette di accedere a un elenco di codifiche dei caratteri utilizzate per i nomi di file e directory dei filesystem. L'insieme di caratteri piÛ adatto all'Italia e a buona parte dell'Europa Õ ISO 8859-1 (identificato dalla sigla ISO
), corrispondente a ISO Latin-1.
-
8859-
1
< > Codepage 437 (United States, Canada) < > Codepage 737 (Greek) < > Codepage 775 (Baltic Rim) < > Codepage 850 (Europe) < > Codepage 852 (Central/Eastern Europe) < > Codepage 855 (Cyrillic) < > Codepage 857 (Turkish) < > Codepage 860 (Portugese) < > Codepage 861 (Icelandic) < > Codepage 862 (Hebrew) < > Codepage 863 (Canadian French) < > Codepage 864 (Arabic) < > Codepage 865 (Norwegian, Danish) < > Codepage 866 (Cyrillic/Russian) < > Codepage 869 (Greek) < > Codepage 874 (Thai) <*> NLS ISO 8859-1 (Latin 1; Western European Languages) < > NLS ISO 8859-2 (Latin 2; Slavic/Central European Languages) < > NLS ISO 8859-3 (Latin 3; Esperanto, Galician, Maltese, Turkish) < > NLS ISO 8859-4 (Latin 4; Estonian, Latvian, Lithuanian) < > NLS ISO 8859-5 (Cyrillic) < > NLS ISO 8859-6 (Arabic) < > NLS ISO 8859-7 (Modern Greek) < > NLS ISO 8859-8 (Hebrew) < > NLS ISO 8859-9 (Latin 5; Turkish) < > NLS ISO 8859-15 (Latin 9; Western European Languages with Euro) < > NLS KOI8-R (Russian) |
Questa sezione permette di definire le caratteristiche della console.
Permette di attivare la gestione della console attraverso una scheda VGA standard.
Video mode selection support [N]
Permette di definire la risoluzione dello schermo VGA, attraverso l'indicazione delle dimensioni espresse in caratteri, in fase di avvio del kernel. Questa possibilitÞ Õ in disuso data la presenza del programma SVGATextMode
che permette di fare le stesse cose, in modo piÛ elegante, durante il funzionamento del sistema.
MDA text console (dual-headed) [N]
Permette di attivare la gestione di una scheda video secondaria di tipo MDA (monocromatica) o Hercules. Questa opzione va usata solo quando si tratta di una scheda video e di un monitor secondari. Se la scheda MDA Õ l'unica scheda video presente, Õ lo stesso codice che si prende cura della scheda VGA a occuparsene, e non questa opzione.
Se si dispone di una scheda audio si deve attivare questa opzione, e a seguito di ciÐ si dovrÞ selezionare la scheda corretta.
Si tratta del codice necessario al controllo di un discreto numero di schede audio. Per la precisione si tratta del Open Sound System. L'opzione serve a includere la parte di codice comune; selezionandola si rende disponibile l'elenco di schede audio, dove poi devono essere indicate le caratteristiche specifiche.
Questa parte della configurazione Õ strettamente riservata agli esperti nella gestione del kernel e in generale serve per attivare un sistema di registrazione del comportamento del kernel stesso, allo scopo di ottenerne la sua ottimizzazione.
La gestione della stampa su porta parallela e l'utilizzo di una connessione PLIP non sono piÛ cose conflittuali nei kernel recenti.
In passato, per poter creare un kernel adatto alla gestione della porta parallela sia per la stampa che per un collegamento PLIP, occorreva attivare la gestione dei moduli ( 19.2.3) e indicare che il supporto al PLIP ( 19.2.9) e alla stampante parallela ( 19.2.14) avvengano attraverso moduli.
Il capitolo 76 descrive anche l'utilizzo di questo tipo di connessione.
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Appunti Linux 1999.09.21 --- Copyright © 1997-1999 Daniele Giacomini -- daniele @ pluto.linux.it
1.) õ bene ricordare che non si tratta di una copia nel senso normale del termine, perchÈ in questo caso, cioÕ quello dell'esempio, il dischetto non contiene alcun filesystem. Di conseguenza, Õ inutile tentare poi di montare un dischetto del genere.
2.) Volendo seguire l'esempio iniziale, occorre selezionare il tipo NE2000.