Äîêóìåíò âçÿò èç êýøà ïîèñêîâîé ìàøèíû. Àäðåñ îðèãèíàëüíîãî äîêóìåíòà : http://www.arcetri.astro.it/~sait07/sistemasolare.pdf
Äàòà èçìåíåíèÿ: Mon May 14 14:34:17 2007
Äàòà èíäåêñèðîâàíèÿ: Tue Oct 2 02:55:15 2012
Êîäèðîâêà:
TALKS SISTEMA SOLARE
John Robert Brucato INAF - Osservatorio Astronomico di Capodimonte - Napoli A. Rotundi, G.A. Baratta, J.R. Brucato, L. Colangeli, G. Ferrini, M.E. Palumbo, V. Mennella LANDS: il contributo italiano a STARDUST LANDS (Laboratory ANalyses of Dust from Space): the only Italian project selected by NASA to do the first measurements on the dust samples collected at comet 81P W ild-2 by the Stardust/NASA spacecraft and returned to Earth on Jan the 15th, 2006. The project is developed in Napoli, at the Laboratorio di Fisica Cosmica e Planetologia (UniversitÞ Parthenope/INAF-OAC), and in Catania, at the Laboratorio di Astrofisica Sperimentale (INAF-OACT). For the analysis of Stardust samples NASA settled a preliminary analysis phase, from March to September 2006, to be performed by a Preliminary Examination Team (PET) formed after a worldwide selection, composed of about 200 researchers. The PET includes teams focused on mineralogy, chemical composition, isotopic measurements, organic analysis, cratering and optical properties. The main PET goals were to provide for the returned samples: an initial characterization with an emphasis on the effects of the capture process; a comparison to other meteoritic materials; the abundance of pre-solar materials. In this frame the LANDS team performed combined micro-IR, micro-Raman, and Field Emission Scanning Electron Microscope analyses bulk particles. W e present mid IR spectra collected on Stardust particles, which are rendered in some cases difficult to interpret because of the presence of molten aerogel mixed with the grain. The CH2/CH3 ratios inferred from the infrared data are greater than those seen in organics in the diffuse interstellar medium, possibly indicating the presence of longer or less branched aliphatic chains. The Micro-Raman data offer insights on the state of order of the amorphous carbon component present in the particles and we compare them to similar data obtained from IDPs and meteorites. The carbonaceous material appears more primitive with respect to IDPs and meteorites for most of the particles analyzed. Both the IR and Raman data seem to imply the presence of a very labile component to the carbonaceous matter, mixed with the refractory minerals

Fiore De Luise INAF - Osservatorio Astronomico di Roma - Monteporzio Catone (Roma) Studio dei potenziali candidati per una missione di raccolta di campioni da un NEO La popolazione dei Near Earth Object (NEO) Õ costituita da asteroidi e nuclei cometari la cui orbita interseca quella della Terra. Questi oggetti sono ritenuti interessanti anche in virtÛ del fatto che possono costituire un potenziale pericolo per il nostro pianeta. Negli ultimi anni, motivazioni sia scientifiche che tecnologiche hanno spinto le agenzie spaziali nazionali e internazionali a progettare e lanciare missioni spaziali dedicate allo studio di questi corpi minori del Sistema Solare. Attualmente una missione di raccolta di campioni da un NEO Õ in fase di studio nell'ambito del progetto ESA "Cosmic Vision".


Data l'enorme varietÞ delle caratteristiche fisiche e dinamiche dei NEO, l'oggetto da visitare deve essere scelto in modo da garantire da un punto di vista tecnico la fattibilitÞ della missione, massimizzandone al contempo i risultati scientifici. Osservazioni di supporto con telescopi da Terra (ESO, Hawaii, ENO) e da spazio (Spitzer) sono state condotte negli ultimi anni per contribuire alla selezione del corpo che meglio risponde a queste caratteristiche. I risultati ottenuti verranno presentati e discussi.

Giuseppe Galletta Dipartimento di Astronomia - UniversitÞ di Padova LISA: Marte e i limiti della vita E' operativo a Padova un simulatore ambientale (LISA = Laboratorio Italiano di Simulazione Ambienti) che viene utilizzato per riprodurre gli ambienti del pianeta Marte e studiare la sopravvivenza di specie batteriche terrestri. Il simulatore ha sei esperimenti simultanei in celle raffreddate ad azoto liquido, tra -10 e -100 ° , irrorate da gas con composizione simile a quella C dell'atmosfera di Marte e in bassa pressione (circa 7 mbar), irradiate da radiazione UV che simula il sole su Marte. Lo scopo di questi esperimenti Õ quello di studiare che tipo di forme di vita potrebbero sopravvivere a queste condizioni ambientali estreme. I risultati hanno tre possibili applicazioni: a) Comprendere, se mai su Marte si Õ sviluppata la vita nel periodo Noachiano in cui era piÛ densa, che tipo di spore o microorganismi possono essere sopravvissuti habitat (sottosuolo, depositi d'acqua o clatrati); b) Se Õ possibile contaminare accidentalmente il pianeta con microrganismi condizioni di scarsa sterilitÞ delle sonde e del loro contenuto; c) se Õ possibile condizioni utili alla colonizzazione del pianeta in zone chiuse utilizzando forme di vita l'atmosfera e in quale terrestri in ripristinare terrestre.

Lo studio viene condotto in questi mesi con cellule e con spore di Bacillus Nealsonii (resistente alla radiazione e al congelamento, giÞ portato nello spazio da missioni precedenti), Bacillus pumilis (molto resistente in forma di spore) e Deinococcus radiodurans (resistente ad una dose di radiazione 200 volte quella letale per un essere umano). Lo studio Õ una collaborazione tra UniversitÞ, INAF Osservatorio Astronomico, il Centro Studi e AttivitÞ Spaziali, il Dipartimento di Microbiologia e Biotecnologie Mediche. Esso Õ finanziato attualmente per due anni dalle ditte Air Liquide e CINEL.

Simone Marchi Dipartimento di Astronomia - UniversitÞ di Padova Simone Marchi & Sergio Ortolani Extrasolar planet taxonomy W e present the guidelines for the development of an extrasolar planet taxonom y. The discovery of an increasing number of extrasolar planets showing a vast variety of "planetary parameters", like keplerian orbital elements and "environmental parameters", like stellar masses, spectral types, metallicity etc., prompts the development of a planetary taxonom y. In this work via principal component analysis followed by hierarchical clustering analysis, we report the definition of five robust groups of planets. W e also discuss the physical relevance of such analysis, which may provide a valid support for disentangling the role of the several physical parameters involved in the planetary formation processes and subsequent evolution.

2


For instance, we were able to divide the hot Jupiters into two main groups, on the basis of their star masses and metallicities. Moreover, for some groups, we find strong correlations between metallicity and semi-major axis and eccentricity. The implication of these findings are discussed.

Roberto Orosei INAF - Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica - Roma MARSIS e SHARAD: risultati dei due radar sounder Italiani a Marte MARSIS e SHARAD sono due radar a bassa frequenza attualmente operanti intorno a Marte. I due strumenti sono stati sviluppati in Italia, con una importante partecipazione statiunitense, per lo studio della geologia marziana con impulsi a frequenza sufficientemente bassa da poter penetrare nel sottosuolo ed ottenere echi dalle discontinuitÞ dielettrice eventualmente presenti. MARSIS ha una capacitÞ di penetrazione nell'ordine di alcuni km ed una risoluzione verticale compresa tra i 50 ed i 100 m, secondo la natura del materiale, mentre per SHARAD tali parametri sono rispettivamente nell'ordine delle centinaia di metri e tra i 5 ed i 10 m. I due radar sono attivi rispettivamente dal luglio 2005 e dal novembre 2006, ed hanno accumulato una mole significativa di dati che, nel caso di SHARAD, supera giÞ il terabit. Entrambi gli strumenti continueranno ad operare ancora per diversi anni. L'elaborazione e l'analisi degli echi sono rese complesse dalla possibile presenza di echi spurii provenienti da zone lontane della superficie ed interpretati come riflessioni dal sottosuolo, dalla distorsione del segnale causata dall'attraversamento della ionosfera, e dall'impossibilitÞ di calibrare lo strumento in maniera assoluta, quest'ultima a causa delle dimensioni dell'antenna lunga 40 m per MARSIS e 9 m per SHARAD. Nonostante questo, sono giÞ stati ottenuti e pubblicati risultati spettacolari e unici, quali la mappatura della topografia al di sotto della calotta polare meridionale, la detezione di bacini da impatto sepolti nelle pianure settentrionali, la determinazione della sequenza stratigrafica nei depositi polari settentrionali, la scoperta di quello che potrebbe essere un lago ghiacciato vicino all'equatore. L'identificazione di acqua liquida nel sottosuolo rimane ancora un obiettivo sfuggente, ma tecniche di analisi stanno venendo sviluppate per determinare l'esistenza di quelli che potrebbero costituire habitat per la vita sul pianeta rosso.

3